Gli Euryarchaeota costituiscono il gruppo più grande appartenente al regno degli Archaea. Tra loro troviamo archebatteri che producono metano, organismi estremofili (come, ad esempio, alofili e ipertermofili), e organismi marini.

Metanogeni

Gli Euryarchaeota metanogeni, strettamente anaerobi, si trovano in diversi ambienti anossici: sedimenti con scarsa ossigenazione, fonti geotermali ricche di idrogeno e anidride carbonica, ma anche nell'intestino animale. Tra i metanogeni c'è una grande variabilità sia morfologica che di temperature ottimali: molti sono mesofili, ma si trovano anche metanogeni termofili e psicrofili. Alcuni sono anche alofili.

Gli archebatteri, diversamente dai batteri, non hanno una parete basata sul peptidoglicano:

  • il Methanobacterium, ad esempio, ha una parete di pseudopeptidoglicano formato da unità alternate di N-acetilglucosamina e acido N-acetiltalosaminuronico;
  • il Methanospirillum sono dotati invece di uno strato S, una struttura paracristallina, a trama generalmente esagonale, costituita da proteine e glicoproteine.

Gli archebatteri metanogeni, che nel loro metabolismo sfruttano il carbonio come accettore di elettroni, possono convertire in metano diversi substrati, riconducibili a tre gruppi, :

  • Substrati del tipo CO2
    • anidride carbonica CO2;
    • monossido di carbonio CO;
    • formiato HCOO-;
  • Substrati metilici
    • metanolo CH3OH;
    • metilammina, dimetilammina e trimetilammina (CH3)nNH 4-n;
    • metilmercaptano CH3SH;
    • dimetilsolfuro (CH3)2S;
  • Substrati acetotrofici:
    • acetato CH3COO-;
    • piruvato CH3COCOO-;

Ipertermofili

Alcuni Euryarchaeota vivono a temperature estremamente alte: Thermococcus vive a 70-90 °C, Pyrococcus a 70-106 °C (entrambi sono anaerobi obbligati); Methanophyrus, un metanogeno isolato da sedimenti vicino a bocche geotermali oceaniche, addirittura a una temperatura ottimale di 110 °C. Altri ipertermofili sono Archaeoglobus (utilizza il solfato al posto dell'ossigeno nella respirazione) e Ferroglobus (ossida il ferro per produrre energia).

Le proteine di questi archebatteri funzionano a temperature così alte, senza essere denaturate, grazie ad una composizione molto idrofobica (che ostacola la denaturazione), a numerose interazioni che irrigidiscono e stabilizzano la molecola (ponti disolfuro e ponti idrogeno), e alla presenza di stabilizzatori come sali, coenzimi o fosfati ciclici. Inoltre sono presenti, nei termosomi, particolari proteine (le Chaperonine) che si occupano di recuperare altre proteine parzialmente denaturate.

Per stabilizzare il DNA alle alte temperature agiscono altre molecole:

  • agenti stabilizzanti come il 2,3-bisfosfoglicerato ciclico nel citoplasma;
  • l'enzima DNA girasi inversa che introduce superavvolgimenti positivi nella molecola di DNA;
  • proteine che stabilizzano il solco minore del DNA, o proteine che funzionano come gli istoni degli eucarioti.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

  • Phylum Euryarchaeota, su sn2000.taxonomy.nl.

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